mercoledì, marzo 28, 2007

Fino alla fame




Outing di Donatella Versace e Paul Beck, la loro figlia Allegra, che ha un nome bellissimo per inciso, lotta da tempo contro l’anoressia.

Capito?
CONTRO

Possibile che non le migliaia di ragazzine che sperano di riuscire a diventare anoressiche non riflettano sulle parole?

Ci sono un sacco di persone che trovano i miei blog grazie alle parole chiave “ana”, “mia, “thinspiration”.
C’è qualcuno che mi ha scritto dicendomi “ciao, sono quasi ana anch’io”, equivocando (assurdamente) sul messaggio dei miei post.

L’anoressia si combatte
All’anoressia si deve andare CONTRO.

Credo di capire la fascinazione del riuscire a privarsi del cibo, ma è sbagliato ed i risultati sono disastrosi sempre.

Un in bocca al lupo ad Allegra Versace.
Un in bocca al lupo a tutte le donne che sono nate in posti in cui non avrebbero mai avuto fame e che la fame se la sono procurata.

venerdì, marzo 23, 2007

Italiani, brava gente


Io non sono nessuno per parlare di politica. Questo l’ho capito negli anni, me lo hanno insegnato chilometri di pellicola televisiva; dalle trasmissioni di Funari negli anni novanta (comprensivi di televendita al sapor di mortadella) fino agli ultimi Porta a Porta dell'impomatatissimo Vespa.
Forse sbaglio a dire la mia così apertamente, magari ferisco qualcuno nelle proprie illusioni, ma credo di aver capito cosa è fondamentale in politica.
In politica è importante convincersi che è possibile tutto ed il contrario di tutto.
E poi è necessario sapere che l’onestà è pura utopia, perché purtroppo la politica è, malgrado ogni buona intenzione, l’arte del compromesso.
Ora, c’è chi riesce a fare piccoli compromessi e chi invece “si compromette” fino all’osso.
Io, come dicevo, non sono nessuno per questo mondo, non sono nessuno per chè il mio giudizio possa considerarsi di qualche peso.
Eppure, dopo questa lunga, ma doverosa premessa, una cosa la devo dire:
Non sarò mai d’accordo con chi oggi avanza disappunto sull’opportunità di aver trattato con i Talebani in cambio della liberazione di Mastrogiacomo.
Perché?
Perché non si svende il dolore della gente per una presa di posizione, mi riferisco a quello provato da Mastrogiacomo in prima persona e quello provato dalla sua famiglia ed i suoi amici.
Perché si tratta di avvenimenti che riguardano una guerra e lo scambio di prigionieri è una pratica inventata dalla guerra, che nella guerra si attua giornalmente.
Perché su questa guerra ci sono ben altre autocritiche da fare e perché le posizioni di tutte le parti coinvolte non sono affatto chiare.
E poi perché ho ancora in mente la morte di Enzo Baldoni, che morì e morì con l’infamia di essere un cretino che se l’era andata a cercare, oltre che un facinoroso fiancheggiatore del nemico, beffato dalla sorte.
Non riesco a credere che qualcuno pensi davvero che si sarebbe dovuto lasciar morire le due Simone, la Sgrena , Torsello e Mastrogiacomo con la stessa infamia lasciata addosso a Baldoni.
Mi spiace che l’America sia scontenta, ma l’iraq o l’Afganistan non sono la Barbagia ed i talebani non sono sequestratori anonimi: se non dai loro un riscatto, non smetteranno di rapire, cominceranno a farlo solo per uccidere e lo faranno sempre più frequentemente.
Perciò, che l’Italia si goda il rientro di un suo cittadino, di un professionista che svolgeva il suo lavoro e lo faceva per il suo Paese e la si smetta di storcere il naso perché l’America è in disappunto.
Sapesse l’America come sono in disappunto io! E con me tanti milioni di persone in tutto il mondo.
Enzo Baldoni
1948-2004

mercoledì, marzo 21, 2007

travagliate idee



Rifletto sull'affermazione di Marco Travaglio:
"Se un giornalista non è irritante vuol dire che ha sbagliato mestiere"


lunedì, marzo 19, 2007

Liberi Tutti!

Daniele Mastrogiacomo è stato liberato mentre in italia cadeva la pioggia.
La pioggia, si dice, è un simbolo di purificazione e c'è da crederci.

Per le strade delle città la gente si ripara sotto ombrelli che sembrano arcobaleni, ma che richiamano a quella che è la bandiera del movimento pacifista.

Oggi l'inviata alla Farnesina del tg5, si collegava con lo studio sotto questo arcobaleno che è diventato un manifesto.

Una coincidenza, oppure un messaggio a chi crede che tutto quello che accade abbia un senso.

sabato, marzo 17, 2007

L'Italia dei Valori3/ pubblichiamo queste foto?



Ora, sembra che io mi accanisca con la famiglia Berlusconi e in alcuni casi, lo ammetto, è proprio così, ma stavolta la politica non c’entra e non c’entra il Berlusconi politico, se non di riflesso, com’è inevitabile.

In queste ore Berlusconi ha annunciato che sua figlia Barbara pubblicherà le foto per cui pagarono.

Non so se qualcuno abbia consigliato loro questa mossa; io non l’avrei fatto.
Mi costa un po’ ammetterlo, ma Barbara Berlusconi, così come tutti gli altri rampolli giovani del “presidente”, mi sta piuttosto simpatica.
Non è semplice essere figlia di Silvio, non lo sarebbe neppure se lui non fosse in politica e, oserei dire, non lo sarebbe nemmeno se fosse un signor nessuno.

Però stavolta per lei non c’è scampo.
Nel caso in cui, infatti, le foto fossero davvero poco compromettenti, nel caso in cui veramente si trattasse di scatti in cui la signorina “malauguratamente” era davvero soltanto venuta male, farebbe una figura ancora più barbina.

Pagare tutti quei soldi, pagare quei soldi che la gente normale non sogna neppure di notte, per un capriccio, la renderebbe agli occhi dell’opinione pubblica, ancora più narcisa e vanesia del padre.

Io sarei disposta ad essere più comprensiva se la Berlusconi fosse stata immortalata durante una scappatella amorosa.
Il suo fidanzato è lontano, lei aveva bevuto qualche bicchiere di troppo, si sentiva sola e triste; tutte queste cose la renderebbero umana e persino il facoltoso fidanzato, ci scommetto… avrebbe compreso.

Ma come viene fuori l’immagine di una che paga 20.000 euro (ventimila!) per qualche foto nella quale non si piace?
Ai miei occhi ne viene fuori malissimo.

giovedì, marzo 15, 2007

L'Italia dei Valori2/Barbara rettifica

Le notizie apparse in questi giorni sulla stampa a mio carico, nell'ambito della inchiesta in corso a cura del Pubblico Ministero di Potenza dott. Woodcock, mi hanno sorpreso e profondamente amareggiato. Non sono stata ricattata in quanto non ero ricattabile; ho già chiarito in sede testimoniale di avere acquistato, del tutto liberamente, delle fotografie poiché erano brutte, peraltro mi ritraevano in un momento della mia vita privata in compagnia di amici mentre stavo ridendo e scherzando con loro e salutando uno di essi, come credo normale alla mia età". Barbara Berlusconi ha aggiunto che quella sera non era né "appartata" né "ubriaca". "Non stavo baciando appassionatamente nessuno, nulla che potesse offendere la mia persona o, come insinuato da un quotidiano, che potesse nuocere all'immagine pubblica di mio padre"

Un po' difficile credere alle sue ultime affermazioni, ma come ho già detto non è utile, nè elegante insistere nelle insinuazioni.

Però è difficile resistere a questa tramontana di gossip che investe tutti e qualcuno resta in piedi, qualcun altro cade e si fa male.

Ancora una volta noi, il popolino, abbiamo l'impressione di non entrarci nulla e di non contare niente... ma non è detto che sia un male!

mercoledì, marzo 14, 2007

L'Italia dei Valori

L’Italia è il paese degli scandali.
Sarà la vicinanza fisica al Vaticano che ci condiziona, per cui o ci asteniamo da qualsiasi attività, oppure in tutto quello che facciamo tendiamo ad esagerare.
Sarà che siamo i più furbi di tutti, oppure crediamo di esserlo… chi lo sa.
Da Tangentopoli in poi però, non c’è più stata pace e ci siamo ritrovati a fare i conti con una serie di “opoli” che vanno dalle truffe calcistiche agli inciuci tra vallette e politici fino ai ricatti o presunti tali, delle agenzie fotografiche.
E mentre proprio in questi istanti il mondo politico (tanto per cambiare) trema e traballa sotto il peso di questo nuovo terremoto, c’è una figura, un uomo, che forse fin troppo consapevolmente, sta diventando un simbolo.
Lui è Fabrizio Corona, titolare dell’agenzia Corona’s.
Un imprenditore, ma anche un testimonial manovrato dalla longa manus del manager dei divi lele Mora.
Corona: un uomo che, appena arrestato, la prima cosa che ha fatto è stato infilarsi la maglietta sponsor, a favore di telecamera.
Sposato con Nina Moric, papà di un bambino di nome Carlos, Corona si fa intervistare, risponde alle domande con piglio sicuro.
E’ spregiudicato e dichiaratamente maledetto.
Dice che l’unica cosa che gli interessa sono i soldi e chi lo ascolta non stenta a credergli.
Il punto è che uno così non ti viene da biasimarlo.
Lui mangia sulle tresche degli altri e, ad essere sinceri, non si fa fatica a pensare che tutto sommato faccia bene.
La figlia di Berlusconi si sbronza e amoreggia con un tizio nei pressi di una discoteca; i paparazzi la beccano e la avvertono, lei chiama il papà e con qualche spicciolo il servizio non esce.
In altri tempi (tempi più rigorosi?) le foto sarebbero uscite sui giornali e per la Berlusconi forse, sarebbe stato peggio.
Si indaga se gli agenti, in collaborazione con l’agenzia fotografica, abbiano mai montato scandali ad arte, spingendo qualche ragazza tra le braccia di gente facoltosa, ma ciò che interessa davvero è altro: se sia etico o no fare un lavoro per rivenderselo in tutti i modi.
Se sia etico scattare delle foto e poi “ricattarne” i soggetti.
Beh, tutto questo putiferio è la riprova di quanto sia difficile assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
Non mi risulta che chi oggi grida allo scandalo contro Corona, abbia mai denunciato il suo operato o lasciato che i servizi scottanti uscissero, senza provare a ricomprarseli.
Certo, Fabrizio Corona è uno strano personaggio che si muove e respira in un ambiente dove verità e finzione vanno a braccetto.
E’ senza scrupoli, ma fa simpatia, è uno senza arte né parte, ma il suo cervello lavora; non ha valori morali, ma è fedele alla moglie da anni e la loro coppia regge nonostante gli scossoni degli ultimi mesi.

A chi e a cosa dovremmo credere noi?
Forse dovremmo smetterla di giudicare e tirare sassi.
Forse dovremmo solo farci un esame di coscienza, se proprio ci va di fare qualcosa… tanto noi sui giornali non ci finiamo.

domenica, marzo 04, 2007

Soldi nostri

Non è sbagliato.
Non è sbagliato sdegnarsi per i fiumi di denaro che finiscono nelle tasche di presentatori e vallette.
E che non si dica ai politici - magari dall’alto di un palco - di occuparsi dei problemi del paese, perchè sono problemi del paese anche quelli.
Oppure credono - i presentatori in questione - che i soldi che prendono, li caccino direttori di rete o produttori vari, di tasca propria, dal proprio salvadanaio delle scuole elementari?
A me pare scandaloso che se ne parli soltanto ora.
La questione della distribuzione della ricchezza – che lo sappiano i presentatori – è sempre stato un problema e lo è ora ancor di più.
-Perché il paese è sul lastrico
-Perché l’economia è ferma
-Perché la gente ha una coscienza sempre più presente e tiene gli occhi aperti.

E – che ci riflettano i presentatori – al festival della canzonetta hanno vinto due testi che parlano di impegno sociale, di vita vera e di dignità.
Hanno vinto le parole quest’anno.
Segno che la musica cambia…