Nessuno gli ha chiesto pubbliche scuse stavolta.

Qualunque altro uomo politico del suo rilievo però, non se ne sarebbe compiaciuto, come sembrava compiacersene lui.
L’interrogativo su Berlusconi non è mai cambiato e resta sulla sua levatura morale, sulla sua statura ideologica.
Probabilmente, se si è cominciato a chiamarlo “nano di Arcore”, sarebbe

Lo si ricorda “compare” di Craxi, ma Berlusconi è sempre stato un uomo di affari e fondamentalmente è rimasto tale.
Non che esistano particolari figure di spicco nel panorama della politica attuale, però almeno, gli altri sono capaci di restare zitti quando è il caso.
Lui no.

Si da il caso, purtroppo, che le sue non siano le parole di un uomo illuminato, ma quelle di un italiano medio, parole obsolete, tali quali i concetti e le battute triviali.
Ci si chiede se davvero Berlusconi sia necessario tenerselo com’è; se sia proprio indispensabile tenerselo…

Insomma, l’Italia ha davvero bisogno di lui?
La risposta non è semplice, anche perché alla sua destra e alla sua sinistra mi sforzo di vedere gente per cui non mi porrei la stessa domanda, ma lui, diciamo, è l’emblema del vacuo, insieme a pochi altri capaci di fargli da spalla.
E così accade anche che, in una giornata difficile come quella di ieri e cruciale per il governo, in un periodo di profonda crisi ideologica e morale

E allora forse, seppur amara, ho trovato la mia risposta:
Si Berlusconi è indispensabile, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo, se non altro, per avere qualcuno con cui prendersela.
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