lunedì, novembre 06, 2006

Google, il "fenomeno"



Mah, sarà possibile, almeno per un giorno soltanto, aprire il giornale e non leggere nulla sui movimenti di Google?
Ormai “Il colosso” (quello tra “Google” e “colosso” è un vero e proprio matrimonio verbale) sembra inarrestabile…
Acquisisce ogni cosa che abbia una qualche rilevanza sul web e non escludo che di qui a poco comincerà ad orientarsi anche in altre direzioni.
La sensazione però è sgradevole.
Con l’intuito di chi non è avvezzo a manovre economiche ma è pur sempre qualcuno che sta al mondo da 30 anni, percepisco intorno a Google, un’aura da parabola discendente, come se lì a Mountain View ci fosse un mostro che sta mangiando tutto ciò che trova e che prima o poi scoppierà, se non sarà capace di fermarsi al momento giusto.
L’abbiamo capito da un pezzo che non è vero che “chi si accontenta gode” ma è anche plausibile che troppe “scalate”, tutte insieme, possano creare qualche problema.
La verità è che ogni fenomeno, resta tale finché sorprende e finché è capace di mantenere intatta la propria immagine.
Google è senz’altro un fenomeno ma lo è stato davvero fino a quando non è diventato una major troppo aggressiva, ora la sua immagine sta cambiando.
Mai puntare al monopolio, quando si tratta di comunicazione e soprattutto di internet!
Noi italiani siamo abituati ad avere poca libertà, per quanto riguarda la divulgazione televisiva; Non siamo certo gli unici e neppure i più sfortunati ma vantiamo una situazione piuttosto singolare.
Per quanto riguarda la rete però, ci piace considerarla un porto franco, sostanzialmente libero, nel quale ognuno può avere l’illusione di essere editore di se stesso e fautore della propria fortuna.
Insomma, si a "Google" che crea, che inventa, che mette i propri utenti in condizione di avere servizi nuovi, ai quali prima nessuno aveva pensato, no a "Google" che si limita a fagocitare le idee altrui a suon di milioni di dollari.
Io continuo a tifare per il vecchio motore di ricerca con quello strano nome che oggi è entrato di diritto in ogni vocabolario e nel lessico comune. Mi piace pensare che abbia ancora lo spirito che ne segnò la nascita: quello della genialità accompagnata ad una certa casualità e che l’ambizione che ne sancisce il presente, non abbia offuscato queste nobili origini.

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