martedì, novembre 07, 2006

Blog? Un sorvegliato "speciale"


Mi spaventa la velocità con cui cambiano le mode ed i gusti della gente, persino il modo di misurarli cambia.
Bisogna dire addio alle vecchie ricerche di mercato, ormai ciò che piace e ciò che non piace, passa dal web, dalla così detta blogsfera, la nuova “tana” dei consumatori di tutte le età.
Ci sono milioni di chatroom in giro per la rete, milioni di diari virtuali che i bloggers riempiono di segnali utili a chi si occupa di marketing e ad inventare il modo di monitorare scientificamente queste informazioni, ci ha pensato un italiano.
Un italiano che come tanti, se n’è andato in America a perfezionarsi, studiare e lavorare. Tanto per cambiare è passato per Google, poi l’IBM e adesso lavora per una società che si chiama “Umbria”… deve suonargli familiare.
Si chiama Franco Salvetti ed ha creato un calcolatore che è capace di monitorare in automatico, le informazioni semantiche di milioni e milioni di documenti.
Di qui, il passo all’analisi sul business è semplice: basta individuare i riferimenti ad un marchio, capire il sesso, l’età, il livello culturale di chi esprime le proprie opinioni in merito a quel marchio o prodotto ed il gioco è fatto.
Gli esperti, questo processo lo chiamano “analisi del sentiment”… però!
Detto così, sembra quasi incredibile ed invece pare che questo metodo sia efficace davvero.
Del resto, che il blog fosse diventato un osservato speciale, da parte delle aziende, dei giornali, delle agenzie pubblicitarie e persino delle tv, si era capito da tanto.
Ma ora anche il diritto, sta cominciando a mettere regole e paletti all’informazione che viaggia attraverso i diari virtuali
E così si scopre che il blogger è equiparabile, giuridicamente, ad un direttore responsabile e, per questo, può anche essere condannato per diffamazione.
Però il blog, a differenza di qualsiasi testata giornalistica, non necessita di alcuna registrazione presso il tribunale, quindi sarebbe ridicolo, fin quando non esisterà una legislazione ad hoc, pensare di poterlo giudicare come se si trattasse di un giornale.

In California però, la corte d’appello ha riconosciuto a tutti i blogger il diritto di mantenere il segreto sulle proprie fonti di informazione, proprio come accade per i giornalisti.

Beh, la direttrice responsabile di questo blog, passa e chiude…
E non rivelerà neppure le fonti di cui ha disposto per la stesura di questo post!

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