La prima cosa che ho fatto stamattina è stato aprire la Repubblica e cercare una lettera indirizzata a Silvio Berlusconi, non c’era.
Nessuno gli ha chiesto pubbliche scuse stavolta.
Del resto ieri, quando ha detto, con l’ironia che lo contraddistingue (non sempre positivamente), che i gay sono tutti a sinistra, non ha sbagliato troppo.
Qualunque altro uomo politico del suo rilievo però, non se ne sarebbe compiaciuto, come sembrava compiacersene lui.
L’interrogativo su Berlusconi non è mai cambiato e resta sulla sua levatura morale, sulla sua statura ideologica.
Probabilmente, se si è cominciato a chiamarlo “nano di Arcore”, sarebbe stato il caso di farlo per l’esigua prestanza del suo “io” politico, per la brevità, la quasi inesistenza della sua storia politica e non per la sua statura fisica.
Lo si ricorda “compare” di Craxi, ma Berlusconi è sempre stato un uomo di affari e fondamentalmente è rimasto tale.
Non che esistano particolari figure di spicco nel panorama della politica attuale, però almeno, gli altri sono capaci di restare zitti quando è il caso.
Lui no.
Berlusconi non resiste alla sua natura di piacione gigione. Non ce la fa, quando una cosa gli passa per la testa, lui deve dirla.
Si da il caso, purtroppo, che le sue non siano le parole di un uomo illuminato, ma quelle di un italiano medio, parole obsolete, tali quali i concetti e le battute triviali.
Ci si chiede se davvero Berlusconi sia necessario tenerselo com’è; se sia proprio indispensabile tenerselo…
Insomma, l’Italia ha davvero bisogno di lui?
La risposta non è semplice, anche perché alla sua destra e alla sua sinistra mi sforzo di vedere gente per cui non mi porrei la stessa domanda, ma lui, diciamo, è l’emblema del vacuo, insieme a pochi altri capaci di fargli da spalla.
E così accade anche che, in una giornata difficile come quella di ieri e cruciale per il governo, in un periodo di profonda crisi ideologica e morale che coinvolge ogni livello della nostra società, tutto venga lavato via dalle battute da caserma dell’ex premier.
E allora forse, seppur amara, ho trovato la mia risposta:
Si Berlusconi è indispensabile, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo, se non altro, per avere qualcuno con cui prendersela.
martedì, febbraio 06, 2007
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