Capita che clicchi sull’articolo che dovrebbe parlarti dei “Dico” (a proposito, ma lo fanno apposta a trovare sigle simili?) e ti si apre la pubblicità dell’anello della Durex…
A riprova che l’unica cosa davvero sacra al giorno d’oggi è la pubblicità; l’unica che di sicuro è l’anima di qualcosa (la pubblicità è l’anima del commercio).
Per il resto, che poi è quello che ci interessa, sottoscrivo l’articolo di Massimo Giannini.
La mia sensibilità, tra l’altro, mi spinge ad inalberarmi un po’.
Non se ne può davvero più di questa Italia che non riesce a tagliare il cordone ombelicale dalla Chiesa.
Che qualcuno si decida finalmente a dare a Cesare quel che è di Cesare, tutelando chi non si sente legato ai valori cattolici.
Del resto la fede non può e non deve in nessun modo essere una imposizione dello stato, il quale, di contro, dovrebbe regolamentare la vita pubblica (e in certa misura privata) dei suoi cittadini secondo un modello squisitamente laico.
Secondo tale modello chiunque, cattolico o no, dovrebbe sentirsi egualmente tutelato nelle proprie scelte intime.
Invece, non si capisce per quale motivo, chi fa una scelta laica deve sentirsi sempre un cittadino di serie b.
Si ritorna all’ipocrisia che suggeriva la pubblicità della durex.
Ipocrisia ideologica di forma e sostanza, della quale un elettorato maturo dovrebbe voler fare a meno a tutti i costi.
rimando all'editoriale di Scalfari, che ritengo illuminante.
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