Prometteva bene quando negli anni ottanta sbavava dietro alla Fenech nelle commedie sexy all’italiana, quando volutamente trasformava ogni “a” in una “e” esasperando il suo pugliese ed inventando una parlata che per sempre verrà imitata e ripresa da ogni comico nostrano; Eppure nessuno avrebbe mai immaginato, in quegli anni, che un giorno Lino Banfi sarebbe stato il paladino del progressismo in TV.
Sdoganato dai ruoli da cinema di serie B, diventato attore drammatico ed impegnato, nonché il nonno più famoso d’Italia nella fiction più familiare d’Italia, Lino Banfi abbatte le barriere omertose e sussiegose delle sceneggiature prone alle convenzioni e si inventa una fiction su due lesbiche che si sposano ed infila due omosessuali ne “il medico in famiglia” ed i politici che di meglio proprio non trovano da fare polemizzano, si indignano, si chiedono che fine faccia la normalità.
Ma se la normalità fosse questa? Se lo fosse sempre stata, dietro una coltre spessissima di ipocrisia e perbenismo?
Il paradiso è lontano
È proprio vero.
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