martedì, gennaio 23, 2007

Diamo un nome alle cose


Sora, provincia di Frosinone, cittadina che ha dato i natali alla celeberrima Anna Tatangelo, neo fidanzata del neomelodico più famoso d’Italia.
Sora ha un ospedale nel quale ieri è arrivata una bimba di tre anni che, di li a poco, dopo altri due ricoveri sarebbe morta. Verrebbe da pensare che la bambina, dall’ospedale di Sora, fosse stata trasferita. Invece no, la piccola, dall’ospedale di Sora, era stata DIMESSA. Cioè per qualcuno, la bimba poteva tornare a casa sua e guarire li.
Peccato che così non sia stato.
I genitori hanno dovuto portarla a Frosinone e da Frosinone è stato necessario il trasferimento al San Camillo di Roma.
Proprio ieri le Iene ci hanno mostrato come la sanità italiana crei delle corsie preferenziali per i politici e quanti scrupoli si faccia (non c’è problema onorevole, quando vuole lei).
Questa bambina, figlia di nessuno, è morta perché qualcuno non ha agito tempestivamente, perché qualcuno non ha valutato correttamente, perché qualcuno non l’ha assistita prontamente.
Sempre parafrasando le Iene: “diamo un nome alle cose”.
Questa, senza tanti giri di parole (visto che la prudenza non è servita nel caso della bambina, non servirà neppure ora, tanto più che non ne morirà nessuno), si chiama INCOMPETENZA

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