venerdì, aprile 27, 2007

Arsenico e vecchi merletti



Parafrasando il titolo di un vecchio film di Frank Capra introduco l’ospite di oggi: l’insospettabile.
Proprio Come le soavi ziette killer del divertentissimo Cary Grant, peccato che qui ci sia davvero poco da ridere.

La maestra.

La maestra che nell’immaginario di chi ha circa trent’anni è ancora la vice mamma, colei con la quale si passava tutta la mattina tra lezioni e giochi semiseri.
La maestra è quella dei primi rudimenti nozionistici ed è quella dei lavoretti fatti in classe. Quella dei proverbi e dei sorrisi o di qualche tirata d’orecchi e delle poesie a memoria.
la maestra: un’istituzione che non si metteva in discussione neppure quando si sporcava di gesso dalla testa ai piedi e magari a guardarla così faceva un po’ ridere.

E’ davvero questo il modo in cui sono cresciuti i trentenni o è un privilegio che è toccato solo a me?

A guardarle oggi le maestre c’è da aver paura.

Chi sono? Da dove vengono? Perché hanno scelto di lavorare con i bambini ed in quale modo sono disposte ad amarli?

Quello che una volta era un lavoro privilegiato, oggi è diventato l’ultima spiaggia: un posto sottopagato e sottostimato.

E’ cambiato il modo di osservare i bambini, il modo di ascoltarli e di scoprire i loro problemi o sono cambiati anche gli educatori ed i loro scopi?

E’ facile accorgersi che è cambiare è stato il mondo intero, ma in quali proporzioni e perché?

Io, come la maggior parte della gente comune, ho più domande che risposte. Mi limito ad osservare un progressivo disfacimento dei punti fermi di “una volta”. Non c’è da fidarsi degli uomini politici, non c’è da fidarsi degli educatori.
Resta la certezza che chi decide di mettere al mondo un figlio era ed oggi è sempre più un vero eroe.

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